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Perimplantite? 5 consigli per non perdere l’impianto dentale

Come di certo già saprai, la carie e la parodontite sono le malattie che più di frequente colpiscono il cavo orale. Entrambe queste condizioni, che sono causate dall’azione di batteri nocivi, sono spesso legate alla perdita dei denti

Se hai perso i denti per questi o altri motivi, il tuo odontoiatra potrebbe proporti il posizionamento di un impianto, ossia una piccola vite posizionata all’interno delle ossa mascellari con la funzione di “mimare” la radice dei denti. 

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Devi sapere, però, che anche gli impianti possono essere oggetto di problemi molto simili a quelli che affliggono i denti naturali. 

Cos’è la perimplantite?

La perimplantite è un’infezione batterica che colpisce i tessuti intorno all’impianto dentale. Si comporta in modo simile alla parodontite: un’infiammazione acuta a carico dei tessuti che sostengono i denti naturali. 

Una delle conseguenze della perimplatite è la perdita di tessuto osseo, che rischia di compromettere la tenuta dell’impianto stesso. 

Perimplantite: le cause 

Come abbiamo già accennato, la perimplantite è per certi aspetti molto simile alla malattia parodontale

La causa di entrambe queste patologie è infatti da ricercarsi nell’azione di alcuni tipi di batteri

Questi microrganismi sono naturalmente presenti nel cavo orale, vivendo “in equilibrio” (ma anche in competizione) con altre specie. 

Se questi batteri nocivi (detti “patogeni” o meglio ancora “parodontopatogeni”) non vengono rimossi tramite le manovre di igiene orale e trovano condizioni favorevoli alla loro proliferazione, si moltiplicano e causano in primis uno stato infiammatorio

Tra le condizioni che possono avere un’influenza sul cosiddetto “microbioma orale” – ossia l’insieme di tutti i microrganismi che sono presenti all’interno della nostra bocca – ci sono sicuramente alcune patologie, su tutte il diabete

Anche l’assunzione di alcuni farmaci, come antipertensivi, antiepilettici e farmaci antirigetto (usati in seguito a trapianti d’organo), può contribuire alla modificazione di questo delicato sistema. 

Le conseguenze della perimplantite

Se le condizioni del cavo orale non vengono modificate, i batteri possono provocare notevoli danni. 

L’infiammazione iniziale, che prende il nome di “mucosite” e che sarebbe teoricamente ancora reversibile se adeguatamente trattata, continua inesorabilmente a progredire e aggredisce prima le gengive, che si irritano, e poi l’osso. 

Il tessuto osseo, in particolare, è soggetto – proprio come nella parodontite – a processi di riassorbimento e “tira con sé” anche la gengiva (in un processo chiamato “recessione gengivale“). In questo modo verranno rese visibili le spire degli impianti, che vengono sottoposte a notevoli stimoli irritativi e si infiammano, peggiorando lo stato infiammatorio dei tessuti che circondano gli impianti. 

Alla lunga, infine, questa condizione può portare alla perdita degli impianti stessi, vanificando così anche tutti gli sforzi fatti per posizionarli. 

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QUALI SONO I SINTOMI DELLA PERIMPLANTITE? 

In caso di semplice mucosite, i sintomi sono praticamente identici a quelli della gengivite, che costituisce il passo precedente alla parodontite. In questa fase, i tessuti che circondano l’impianto si infiammano e possono causare arrossamenti, gonfiore e sanguinamento (anche spontaneo) a livello gengivale

Se la situazione non si risolve e di conseguenza si aggrava, si passa alla perimplantite vera e propria

Oltre ai sintomi infiammatori appena descritti, si potrebbe osservare anche la presenza di pus, segno indicativo dell’elevata e incontrollata proliferazione batterica. 

In caso di perimplantite è possibile avvertire dolore, che può essere più o meno intenso. Il dolore, infatti, è un sintomo particolarmente soggettivo e in alcuni casi i pazienti potrebbero anche non provarlo. 

Infine – e tale segno rappresenta la condizione più grave – si ha il riassorbimento osseo.  

Come si diagnostica la perimplantite? 

La plerimpantite viene evidenziata tramite il sondaggio parodontale, effettuato con una sonda millimetrata che viene inserita nei tessuti che circondano il dente. 

Se la sonda si impegna in profondità (oltre i 5 mm), il dentista può porre diagnosi di perimplantite. 

Per avere un’ulteriore conferma del riassorbimento osseo, l’odontoiatra può ricorrere all’uso della radiologia che permetterà di avere un quadro più chiaro e preciso della situazione. 

Come si cura la perimplantite? 

Se la patologia è ancora in fase iniziale (mucosite), un miglioramento dell’igiene orale potrebbe essere sufficiente per risolvere il quadro infiammatorio e la eventuale sintomatologia. 

Spazzolino, dentifricio e filo interdentale sono quindi gli alleati indispensabili per evitare che la situazione peggiori. 

Anche nel caso in cui il processo di danneggiamento dei tessuti perimplantari sia già iniziato, l’igiene orale riveste un ruolo fondamentale. Non sarà sufficiente, però, effettuare un corretto spazzolamento domiciliare. Sarà necessario, infatti, che l’odontoiatra o l’igienista dentale effettuino un accurato intervento di pulizia, servendosi di strumenti più adatti ed efficaci per riuscire a rimuovere tutti i batteri responsabili della patologia. 

Quello che abbiamo appena descritto è il cosiddetto “trattamento non chirurgico” e dovrebbe essere sempre attuato come prima opzione, perché potrebbe essere più che sufficiente per riportare la situazione alla normalità. 

Se però ciò non si verifica, è possibile attuare anche una terapia chirurgica, che ora descriveremo brevemente e in linea molto generale. Come abbiamo detto, nella perimplantite si ha una compromissione dei tessuti che circondano l’impianto, sia quelli molli (gengive) sia quelli duri (osso). In questi casi si può ricorrere a una chirurgia di tipo rigenerativo, che permetterà di colmare i difetti ossei e di conseguenza una “ricostruzione” dei tessuti molli. 

Esistono diverse tecniche che permettono di ottenere questo risultato: la scelta tra le varie metodiche di trattamento dipende da tipologia e quantità del difetto. 

Va detto, però, che il processo rigenerativo è molto complesso ed è altrettanto difficile ottenere esiti positivi e duraturi. Molto meglio, quindi, cercare di prevenire l’insorgenza della perimplantite! 

Come prevenire la perimplantite?

Veniamo ora all’argomento clou, ossia la prevenzione della perimplantite. 

Di seguito elencheremo alcuni consigli che sono necessari per mantenere in salute i tuoi impianti e i tessuti che li circondano. 

1. Scelta corretta del tipo di impianto 

La scelta della tipologia di impianto è molto importante perché può mettere al riparo dallo sviluppo della perimplantite. 

Non esiste una tipologia di impianto che vada bene per tutti i pazienti: il dentista, quindi, dovrà scegliere quella che meglio si confà alle caratteristiche ed esigenze del paziente e, per riuscirci, sarà molto utile avvalersi di immagini radiografiche accurate e precise. 

2. Igiene orale 

L’igiene orale riveste un ruolo fondamentale ancor prima del posizionamento di un impianto. Se infatti hai perso un dente a causa della parodontite, sarai sicuramente più soggetto al rischio di sviluppo della perimplantite. 

Sarà quindi assolutamente necessario spazzolare i denti in maniera corretta ed efficace. Ricorda che lo spazzolamento deve avvenire sempre in direzione verticale, andando dalla gengiva verso il dente, e senza esercitare una pressione eccessiva che potrebbe andare ad irritare i tessuti gengivali. 

Inoltre, faresti bene anche a sottoporti a sedute di igiene orale professionale una o due volte all’anno. 

Se però in passato hai sofferto di parodontite e hai perso dei denti proprio per questo motivo, sarebbe indicato sottoporsi alle cure di dentista o igienista dentale più frequentemente (ogni 3-4 mesi). 

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3. Controllo di patologie sistemiche (diabete) 

Alcune patologie sistemiche, su tutte il diabete, hanno una forte correlazione con lo sviluppo di malattia parodontale e perimplantite. Controllare questo genere di malattie farmacologicamente risulta quindi necessario per poter mantenere in salute denti e impianti. 

4. Alimentazione corretta 

L’alimentazione, insieme all’igiene orale, gioca un ruolo fondamentale nella proliferazione batterica. L’assunzione di zuccheri semplici (presenti in caramelle, dolciumi e bevande zuccherate), se abbinata a uno spazzolamento scorretto o inefficace, è sicuramente imputata nell’insorgenza di mucosite e perimplantite (così come lo è per la carie e la malattia parodontale). 

Limita quindi l’assunzione di questo genere di alimenti o, se proprio non puoi farne a meno, ricordati di lavarti i denti in maniera accurata. 

5. Controlli periodici 

Sottoporsi a controlli periodici e accurati è un ottimo modo per valutare lo stato di salute dei tuoi impianti. Il dentista, infatti, potrà intercettare precocemente eventuali alterazioni e quindi intervenire prima che la situazione peggiori.