Devitalizzare un dente non fa male. La devitalizzazione è una procedura odontoiatrica che spesso suscita timori nei pazienti, ma è importante chiarire che non è un intervento doloroso. Grazie all’uso dell’anestesia locale, il trattamento è generalmente privo di dolore. Alcuni pazienti possono avvertire un lieve fastidio nei giorni successivi, specialmente durante la masticazione.
È comprensibile chiedersi se la devitalizzazione possa fare male, soprattutto per chi ha poca familiarità con la procedura o per chi ha paura del dentista. Tuttavia, bisogna sapere che l’anestesia locale addormenta la componente nervosa del dente, eliminando qualsiasi sensazione dolorosa durante l’intervento. La percezione del dolore, però, è soggettiva e varia da persona a persona.
Inoltre, chi aveva un’infezione o un’infiammazione acuta prima del trattamento potrebbe provare un lieve dolore o gonfiore post-operatorio. Dopo la devitalizzazione, infatti, è normale che si manifesti una leggera sensibilità o un fastidio temporaneo. Questa condizione, che può durare da pochi giorni fino a due settimane, è spesso descritta come un dolore sordo e continuo, accentuato dalla masticazione. In ogni caso, non si tratta di un dolore pulsante e persistente, che potrebbe invece indicare la necessità di ulteriori controlli da parte del dentista.
In alcune situazioni, la polpa dentale può essere già coinvolta in fenomeni infiammatori o batterici acuti che potrebbero rallentare il processo di anestesia. In tali circostanze, il dentista può prescrivere una terapia farmacologica utile a gestire il dolore e garantire un decorso post-operatorio più sereno. Farmaci come gli analgesici da banco, ad esempio l’acetaminofene, o antinfiammatori non steroidei (detti FANS) come l’ibuprofene, sono efficaci nel ridurre il dolore lieve o moderato, agendo sull’infiammazione e bloccando i segnali dolorosi.
Cosa vuol dire devitalizzare un dente?
La devitalizzazione, nota anche come terapia canalare, è un procedimento odontoiatrico che implica l’eliminazione della polpa dentale, ovvero il tessuto interno del dente, in cui sono presenti cellule, nervi e vasi sanguigni. Questa operazione include la pulizia approfondita dei canali radicolari e il loro successivo riempimento con guttaperca, un materiale organico simile alla gomma o al caucciù.
Capita molto più spesso di quanto si vorrebbe: si inizia a provare dolore ad un dente e ci si reca dal proprio dentista di fiducia che emette il temuto verdetto, il dente va devitalizzato. Oppure può accadere che si provi un fastidio prolungato nel tempo, una sorta di dolore sordo che si riacutizza magari a contatto con determinati cibi o bevande, segno inequivocabile di una particolare sensibilità dentale.
O ancora: un trauma ha fratturato parte di un dente e ora si rischia di provare dolore al minimo stimolo o una carie non curata ha fatto danni profondi e ora la salute del dente è altamente compromessa.
Devitalizzare un dente potrebbe essere in molti casi la soluzione ideale per risolvere numerosi problemi, ma quello che il paziente teme più spesso è il dolore.
Devitalizzare un dente fa male?
Molte persone si chiedono se devitalizzare un dente fa male. In molti sono piuttosto preoccupati dal possibile dolore che si potrebbe sentire durante e dopo l’intervento, proprio perché si va a toccare una parte particolarmente viva e sensibile del dente.
Nella devitalizzazione, infatti, il dentista va a rimuovere la polpa dentale infiammata o compromessa, ma anche tutti i vasi e i nervi connessi, togliendo letteralmente vitalità al dente in modo tale che non possa più provocare sensazioni dolorose.
Durante la devitalizzazione si va a ripulire per bene il dente dal materiale infetto e si procede a riempirlo interamente con una sostanza apposita. Da quel momento il dente perde la sua vitalità e smette di mandare impulsi dolorosi.
Si tratta tra l’altro di un intervento consigliato non solo in caso di dente danneggiato da carie o traumi meccanici, ma anche in caso di una ipersensibilità dentale particolarmente accentuata. Dunque, più che chiedersi se devitalizzare un dente fa male, bisognerebbe pensare al dolore che ci si risparmia in caso di dente ipersensibile non devitalizzato: a volte basta un soffio d’aria fresca per scatenare un dolore intenso. Senza pensare alle difficoltà che possono presentarsi quando si mangia qualcosa di duro o dolce o quando si beve una bevanda calda o fredda.
Infine, va ricordato che in tutti quei casi in cui si presenta la necessità di incapsulare un dente, il dentista potrebbe consigliare di devitalizzarlo prima di procedere con la capsula per scongiurare problemi futuri non prevedibili.
Dunque, la devitalizzazione è senz’altro una delle soluzioni che il dentista potrebbe prendere in considerazione per non dover estrarre il dente.
Quando devitalizzare un dente?
La devitalizzazione è la strada scelta dal dentista quando la polpa del dente è infiammata e danneggiata. Ciò può accadere a causa di un trauma, di una carie profonda o come esito di un intervento sul dente che può presentare una scheggiatura più o meno accentuata.
La devitalizzazione viene proposta come cura odontoiatrica conservativa, ovvero atta a mantenere un dente compromesso evitando così di ricorrere alla terapia estrattiva o alla creazione di un impianto dentale.
In caso di infiammazione della polpa dentaria i sintomi più frequenti sono il dolore, l’aumentata sensibilità al caldo e al freddo, il dolore alla masticazione, il gonfiore gengivale, il dolore ai linfonodi e alla gengiva accanto al dente.
Non sempre però si hanno sintomi di questo tipo, dunque è sempre meglio, per prevenire qualunque tipo di problema e per non dover poi ricorrere alla devitalizzazione del dente, recarsi periodicamente dal proprio dentista di fiducia al fine di individuare subito un eventuale processo cariogeno in corso per poter intervenire in modo tempestivo.