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Come funziona lo sbiancamento dentale?

Alcune persone desiderano curare l’aspetto dei propri denti ricorrendo anche allo sbiancamento dentale, un trattamento estetico eseguito dal dentista.  

Qualsiasi trattamento che porta ad avere denti più bianchi può essere definito sbiancamento dentale, una pratica che negli ultimi anni ha preso piede in ambito sia domestico che professionale.  

Il fatto che spesso i denti non sono perfettamente bianchi è dovuto da caratteristiche genetiche o cattive abitudini per la salute orale, come fumo, alcol o assunzione di cibi o bevande con particolari coloranti.  

➡️ Per saperne di più: cause e rimedi dei denti gialli   

I trattamenti per lo sbiancamento dentale sono vari e non portano i denti a un bianco perfetto ma schiariscono le tonalità che il paziente ha già di natura.  

Ci sono diverse tipologie di trattamenti sbiancanti, si dividono in due categorie principali: lo sbiancamento per sfregamento o lo sbiancamento con sostanze decoloranti. Allo stesso tempo può esserci sia il trattamento domiciliare che professionale nello studio del vostro dentista di fiducia.  

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Cos’è lo sbiancamento dentale? 

Lo sbiancamento dentale, o bleaching dentale, è la tecnica professionale che viene utilizzata maggiormente.  

Questo trattamento avviene tramite l’intervento di agenti sbiancanti chimici ad alta concentrazione che vengono eventualmente potenziati da lampade che ne aumentano l’azione in profondità.  

I più diffusi sono i gel a base di perossido di idrogeno al 38% e dal gel a base di perossido di carbammide al 45%.  

I primi vengono applicati direttamente sulla superficie dei denti in 2-4 applicazioni da 15 minuti, le quali possono essere svolte in una o più sedute.  

Il secondo viene applicato mediante apposite mascherine che devono essere lasciate in posa per 30 minuti.  

Spesso lo sbiancamento dentale si effettua con l’ausilio di lampade che potenziano l’effetto. È il caso del cosiddetto sbiancamento con luce LED

Quali sono gli effetti collaterali dello sbiancamento dentale? 

Lo sbiancamento dentale professionale, a differenza di alcuni rimedi fai-da-te, è sicuro e non danneggia lo smalto dentale. Il risultato può dipendere dalla concentrazione del principio attivo e dal tempo di posa.  

Il trattamento professionale garantisce il miglior risultato possibile, inoltre minimizza gli effetti indesiderati come, ad esempio, un’eccessiva sensibilità ed irritazione gengivale.  

Nelle ore successive al trattamento possono verificarsi leggere gengiviti.  

➡️ Cos’altro dovresti sapere? Ecco 10 informazioni utili sullo sbiancamento dentale  

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Quanto dura l’effetto dello sbiancamento dentale?

La durata dello sbiancamento dentale professionale può variare da persona a persona, ma generalmente offre risultati duraturi: anche 2 o 3 anni. È importante sottolineare che il mantenimento di un sorriso luminoso dipende da diversi fattori, tra cui lo stile di vita e le abitudini di cura orale del paziente.  

Il mantenimento di un sorriso sbiancato richiede una corretta igiene orale e una dieta equilibrata. Evitare l’assunzione eccessiva di bevande e alimenti che possono macchiare i denti, come caffè, tè, vino rosso e alimenti ricchi di coloranti, può contribuire a preservare i risultati ottenuti. Inoltre, una corretta igiene orale, comprensiva di spazzolamento regolare, uso del filo interdentale e visite periodiche dal dentista, può aiutare a mantenere i risultati nel tempo.  

Sbiancamento dentale: le 2 tipologie

Lo sbiancamento dentale può avvenire secondo diverse procedure. Le due metodologie principali sono:  

  • Sbiancamento professionale.  
  • Sbiancamento domiciliare.  

Lo sbiancamento dentale professionale viene eseguito da un dentista o un igienista dentale, all’interno di una struttura specializzata. Consiste nell’applicazione di un gel a base di acqua ossigenata, che, grazie all’esposizione a una luce LED, agisce sullo smalto e favorisce lo sbiancamento dei denti.  

Lo sbiancamento domiciliare, invece, prevede l’utilizzo di mascherine da indossare durante la notte. La durata viene stabilita dal dentista, in base alle condizioni di partenza.   

Sbiancamento dentale: metodi fai-da-te 

In commercio, esistono diversi prodotti per lo sbiancamento dentale domiciliare. È consigliato evitare di affidarsi a questi rimedi senza il consulto di un dentista, in quanto, alcuni di loro, possono danneggiare lo smalto dentale.   

I trattamenti per lo sbiancamento dentale fai-da-te più diffusi sono:  

  • Dentifrici Abrasivi: ottengono l’azione sbiancamento tramite spazzolamento. L’uso prolungato può logorare lo smalto.  
  • Mascherine Personalizzate: il dentista può realizzare per il paziente mascherine personalizzate nelle quali viene applicato il gel sbiancante. Ripetendo il trattamento per circa una settimana si ottengono risultati discreti.  
  • Striscette Sbiancanti: dette anche whitestrips, vengono fatte aderire ai denti per 30 minuti due volte al giorno per due settimane. Questo trattamento non presenta una grande efficacia, inoltre il risultato dura pochi mesi.  
  • Rimedi della nonna: alcuni utilizzano foglie di salvia o bucce di limone sfregate sui denti.  

➡️ Leggi l’articolo completo sui metodi di sbiancamento fai da te  

È bene ricordare di non sottovalutare il potere abrasivo di questi metodi, il quale potrebbe mettere a rischio la salute dello smalto dentale.  

Per questo motivo, è importante sottoporsi a una visita di controllo prima di intraprendere qualsiasi tipo di trattamento.  

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