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Sbiancamento dentale: cosa fare dopo il trattamento

Lo sbiancamento dei denti è un trattamento estetico che ha lo scopo di ripristinare il colore naturale dei denti. Dopo ogni trattamento di sbiancamento dentale, i denti diventano più sensibili agli agenti esterni, compresi cibi, bevande e variazioni termiche. Il motivo dipende dalla leggera disidratazione dello smalto e dall’aumento della porosità. Nei primi giorni, queste caratteristiche rendono i denti più vulnerabili alla penetrazione di nuovi pigmenti.

Per questo motivo, è importante adottare comportamenti adeguati dopo lo sbiancamento. Esistono azioni che migliorano e prolungano i risultati del trattamento, e altre che possono comprometterne l’efficacia. La gestione corretta del periodo successivo consente di ottenere un risultato più stabile, oltre a ridurre eventuali fastidi.

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Cosa non mangiare dopo lo sbiancamento dentale

Il colore raggiunto dal trattamento può alterarsi con il contatto di pigmenti esterni. Molti alimenti naturali e lavorati contengono sostanze cromogene, ovvero in grado di macchiare. I più comuni includono:

  • Caffè.
  • Tè nero.
  • Vino rosso.
  • Coca-Cola e altre bibite scure.
  • Succo d’uva, mirtilli o frutti di bosco.
  • Pomodori e salse rosse.
  • Curry, curcuma e spezie fortemente coloranti.

La superficie dentale, in fase post-sbiancamento, assorbe queste sostanze in modo più diretto. Anche una breve esposizione può causare alterazioni di colore. Nei primi giorni, questi alimenti andrebbero sospesi.

Cosa mangiare dopo lo sbiancamento?

Invece, la cosiddetta “dieta bianca” è una strategia utile nelle giornate successive al trattamento. Consiste nell’assumere cibi chiari, privi di pigmenti e delicati sui denti. Questo tipo di alimentazione previene l’assorbimento di nuovi colori e mantiene il risultato più a lungo.

Gli alimenti da preferire includono:

  • Carne bianca.
  • Pesce bianco.
  • Riso.
  • Patate.
  • Formaggi chiari non stagionati.
  • Banane.
  • Latte e yogurt bianchi.

Consigli su cosa fare dopo lo sbiancamento dentale

Durante i 2-3 giorni che seguono lo sbiancamento dentale, lo smalto si presenta più permeabile. Ogni sostanza pigmentata entra in contatto con i denti in modo più diretto, con un maggiore rischio di colorazione.

In questo intervallo di tempo, è importante:

  • Evitare cibi e bevande pigmentate.
  • Smettere di fumare.
  • Eseguire una corretta igiene orale.
  • Proteggere i denti da sbalzi termici.
  • Usare prodotti dentali non abrasivi.

Sbiancamento dentale: ogni quanto farlo?

Lo sbiancamento professionale agisce in profondità, ma non è definitivo. I pigmenti esterni, con il tempo, si accumulano di nuovo sulla superficie dentale. Alcuni fattori influenzano la durata del risultato: l’alimentazione, l’igiene orale, il fumo e le caratteristiche dello smalto.

Chi segue uno stile di vita che include alimenti pigmentati o fumo noterà una ricomparsa delle macchie in tempi più brevi. Al contrario, un certo tipo di alimentazione e una corretta igiene mantengono il risultato più a lungo.

In media, si consiglia di attendere almeno 6 o 12 mesi tra due trattamenti professionali. Questa indicazione varia in base a diversi aspetti:

  • Tipo di sbiancamento eseguito.
  • Intensità del trattamento.
  • Stato di salute dei denti.
  • Abitudini del paziente.

Lo smalto ha una tolleranza limitata agli agenti chimici sbiancanti. Trattamenti troppo ravvicinati rischiano di alterarne la struttura. Alcuni pazienti percepiscono una maggiore sensibilità dopo sessioni frequenti.

Nel caso dello sbiancamento domiciliare, i tempi possono essere più flessibili. Le concentrazioni dei principi attivi, infatti, sono più basse rispetto a quelle utilizzate in studio. Questo consente trattamenti più frequenti, ma comunque sotto controllo professionale.

Il dentista fornisce una mascherina personalizzata, da utilizzare con gel sbiancante secondo un calendario definito. In alcuni casi, si prevedono cicli brevi ogni 3 o 6 mesi, con l’obiettivo di mantenere il bianco raggiunto.

Quando non ripetere lo sbiancamento dentale

Esistono condizioni del paziente che rendono sconsigliabile il trattamento, anche se sono passati mesi dall’ultima applicazione:

  • Presenza di carie.
  • Malattie gengivali non trattate.
  • Gravidanza o allattamento.
  • Ipersensibilità dentinale .
  • Uso di apparecchi ortodontici mobili o fissi.

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