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Implantologia con poco osso: mini impianti dentali o rigenerazione ossea?

I trattamenti di implantologia dentale permettono di sopperire alla perdita di uno o più denti. Essi consistono nell’inserimento di piccole viti in titanio direttamente nell’osso, il cui obiettivo è simulare il funzionamento delle radici naturali. Sugli impianti vengono avvitate delle protesi fisse definitive. 

Gli interventi di implantologia, però, non sono sempre possibili. Per essere funzionali è necessario che il supporto osseo sia adatto: deve essere presente una quantità di tessuto adeguata a ospitare l’impianto. Gli interventi di implantologia, inoltre, possono essere impraticabili in presenza di patologie dell’apparato scheletrico, come l’osteoporosi. 

Per valutare le condizioni dell’osso del paziente, il dentista si avvale di strumentazione radiologica, in particolare: 

  • Panoramica dentale. Una radiografia delle arcate dentali, anche definita ortopantomografia, che consente una valutazione generale delle condizioni del tessuto, attraverso l’acquisizione di un’immagine bidimensionale delle arcate dentali. 
  • Tomografia Computerizzata Cone Beam. Una metodica radiologica concepita appositamente per l’odontoiatria. La TC permette una valutazione accurata, grazie all’acquisizione di modelli 3D delle arcate dentali.  

In assenza di un supporto osseo adeguato, il dentista può valutare alcune soluzioni, tra cui: 

  • Rigenerazione ossea. 
  • Mini-impianti dentali. 
  • Impianti a diametro ridotto

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Rigenerazione ossea dentale 

Una delle possibili soluzioni è la rigenerazione ossea dentale: un intervento di ricostruzione, che consente di ripristinare spessore, altezza e solidità dell’osso, rendendolo adeguato all’applicazione di impianti e protesi fisse. L’intervento consiste nell’innesto di tessuto osseo, organico o sintetico, nell’area dove saranno inseriti gli impianti. Generalmente, l’operazione viene svolta in anestesia locale o generale, a seconda dei casi. 

L’origine del tessuto osseo può essere: 

  • Autologa: l’osso necessario viene prelevato dal paziente stesso. La sede del prelievo può essere localizzata sia a livello del cavo orale (mascella e mandibola) sia al di fuori di esso (ad esempio: il bacino). 
  • Eterologa: osso sintetico o animale deproteinizzato (privato della sua porzione organica. 

Rigenerazione ossea: controindicazioni 

La rigenerazione ossea può rivelarsi una procedura invasiva e non è adatta a tutte le persone. In questo senso, il paziente deve godere di ottima salute per potersi sottoporre all’operazione. La valutazione delle sue condizioni di salute spetta al dentista, che valuterà caso per caso. Il trattamento potrebbe non essere consigliato se il paziente: 

  • Soffre di malattie cardiovascolari, diabete o problemi di coagulazione. Dopo un’attenta valutazione del caso, il dentista deciderà se procedere con l’intervento oppure no. 
  • Ha infezioni del cavo orale in corso. Prima di procedere con un intervento di rigenerazione, l’odontoiatra indicherà un percorso di cura propedeutico.  
  • Ha una conformazione anatomica della bocca che può ostacolare l’intervento chirurgico. alcuni pazienti, soprattutto in età avanzata, possono avere difficoltà nell’aprire la bocca in modo sufficiente da consentire all’odontoiatra di svolgere le manovre chirurgiche. 

Inoltre, un trattamento implantologico, che deve essere preceduto da chirurgia rigenerativa ossea, prevede tempi piuttosto lunghi: la guarigione dei tessuti si completa in circa 6 mesi, prima dei quali non è possibile posizionare impianti e protesi.  

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Soluzioni alternative alla rigenerazione ossea: mini-impianti e impianti a diametro ridotto 

Nel caso in cui il trattamento sia impraticabile, il dentista può valutare alcune alternative, tra cui:

  • Mini-impianti. 
  • Impianti a diametro ridotto. 

Mini-impianti dentali 

I mini-impianti hanno una lunghezza inferiore rispetto a quelli tradizionali: 6 millimetri, anziché 15. In estrema sintesi: sono degli impianti corti. Le loro dimensioni ridotte permettono agli impianti di essere posizionati in quantità minori di osso, senza ricorrere a interventi di rigenerazione.  

Per garantirne la stabilità, la minore lunghezza è compensata da un diametro maggiore, rispetto agli impianti tradizionali e potrebbe essere necessario porne due, anziché uno. 

Questa tipologia di impianti può essere indicata soprattutto in pazienti anziani, che portano protesi mobili già da molto tempo. Quando i denti vengono a mancare per un qualsiasi motivo, l’osso tende a ritirarsi riducendo il proprio spessore. 

Impianti a diametro ridotto 

Un’altra possibile soluzione, per ovviare alla chirurgia rigenerativa, è l’impianto a diametro ridotto: 3,5 millimetri, anziché 5. Questa tipologia di impianti è particolarmente indicata nei settori definiti estetici, ossia le porzioni anteriori delle arcate dentarie che ospitano incisivi e canini. 

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