La stomatite aftosa è un’infiammazione ricorrente della bocca. Si manifesta attraverso ulcere dolorose che colpiscono lingua, guance, labbra e gola. Queste lesioni, conosciute come afte, hanno un’origine benigna ma possono compromettere la qualità della vita per diversi giorni.
La forma più comune è la stomatite aftosa recidivante, una condizione che interessa soprattutto bambini e giovani adulti. Le lesioni compaiono con cadenza regolare, spesso più volte l’anno, e provocano fastidio durante la masticazione, la deglutizione e, in alcuni casi, anche a riposo.
Pur essendo tra le più frequenti patologie della mucosa orale, la stomatite aftosa non è contagiosa. Le cause precise non sono ancora del tutto chiare, ma sembra legata a una risposta immunitaria alterata e a diversi fattori predisponenti come stress, traumi alla mucosa, carenze nutrizionali o predisposizione genetica.
Questa condizione tende a migliorare nel tempo. Nella maggior parte dei casi, infatti, la comparsa delle ulcere si riduce dopo i trent’anni, fino a scomparire del tutto con l’avanzare dell’età.
Nei prossimi paragrafi verranno analizzati in dettaglio i sintomi della stomatite aftosa, le caratteristiche delle afte, le possibili cause, le modalità di trasmissione e le terapie disponibili per alleviare il dolore.
Sintomi della stomatite aftosa
La stomatite aftosa si manifesta in modo caratteristico. Il primo sintomo è una sensazione di dolore o bruciore all’interno della bocca, spesso localizzata in un punto specifico della mucosa. Questo fastidio anticipa di uno o due giorni la comparsa delle afte vere e proprie.
Le ulcere aftose sono il segno distintivo della patologia. Si formano con maggiore frequenza su:
- Lingua.
- Guance.
- Parte interna delle labbra.
- Faringe.
Queste lesioni possono presentarsi in forma singola o multipla. Hanno forma tondeggiante o ovale, con un centro necrotico ricoperto da una membrana giallo-grigia e un alone rosso sul bordo. I margini possono apparire leggermente rialzati. Le dimensioni variano da pochi millimetri fino a superare il centimetro nei casi più gravi.
Nonostante siano piccole, le afte causano un dolore intenso, soprattutto nei primi giorni e durante i pasti. Il contatto con cibi caldi, acidi o piccanti può peggiorare il fastidio.
In alcuni casi, la stomatite aftosa può provocare anche sintomi sistemici come febbre o malessere generale.
Tuttavia, questi sintomi non sono sempre presenti e tendono a manifestarsi solo nei casi più severi, come nelle ulcere aftose maggiori.
La frequenza degli episodi varia da persona a persona. In media, la stomatite aftosa causa da 3 a 6 recidive ogni anno, con periodi di benessere tra un episodio e l’altro. Alcuni pazienti, però, sperimentano nuove lesioni quando quelle precedenti non sono ancora completamente guarite.
La stomatite aftosa è una condizione dolorosa ma non pericolosa. Nella maggior parte dei casi, le ulcere guariscono spontaneamente in 7-14 giorni. Solo in rari casi possono durare più di un mese.
Cosa sono le afte?
Le afte sono ulcere dolorose della mucosa orale. Si formano all’interno della bocca e compaiono su lingua, guance, labbra o gola. Si tratta di lesioni benigne e temporanee, ma possono creare disagio significativo durante le attività quotidiane come mangiare, parlare o lavarsi i denti.
Le afte si distinguono da altre ulcere orali per alcune caratteristiche tipiche:
- Forma tondeggiante o ovale.
- Dimensioni ridotte, di solito inferiori a un centimetro (tranne nei casi più gravi).
- Contorno rosso con un centro chiaro o giallastro.
- Presenza di una pseudomembrana che ricopre la lesione.
- Forte dolore, soprattutto nei primi giorni.
Sebbene si presentino spesso in modo isolato, possono anche comparire in gruppi, creando lesioni multiple che si uniscono in un’unica ulcerazione, come accade nelle forme più rare.
Cause della stomatite aftosa
La stomatite aftosa ha origini multifattoriali. Le cause precise non sono ancora del tutto chiarite, ma i dati raccolti finora suggeriscono un ruolo centrale del sistema immunitario, che reagisce in modo anomalo a stimoli che normalmente non dovrebbero provocare ulcere.
In particolare, la stomatite aftosa sembrerebbe legata a una risposta immunitaria disfunzionale, in cui i linfociti T e alcune citochine (come IL-2, IL-10 e TNF-alfa) attivano un processo infiammatorio a livello della mucosa orale.
I fattori che possono scatenare o aggravare questo processo includono:
- Stress psico-fisico: lo stress sembra avere un ruolo nella comparsa delle recidive. Le fasi di maggiore tensione emotiva possono coincidere con l’insorgenza delle afte.
- Traumi o microlesioni alla bocca: interventi odontoiatrici, uso aggressivo dello spazzolino, apparecchi ortodontici o morsi accidentali possono favorire la formazione delle lesioni.
- Carenze nutrizionali: Deficit di ferro, vitamina B12, acido folico o zinco possono compromettere la salute della mucosa orale e facilitare la comparsa delle afte.
- Squilibri ormonali: le variazioni ormonali, come quelle che si verificano durante il ciclo mestruale, possono influenzare la frequenza degli episodi.
- Uso prolungato di farmaci: alcuni medicinali possono indurre o peggiorare la stomatite aftosa. L’effetto è più frequente in soggetti già predisposti.
- Allergie o intolleranze alimentari: alcuni cibi sono stati associati alla comparsa di afte in persone predisposte. Tra i più citati: cioccolato, agrumi, arachidi, pomodori, fragole, formaggi, cereali, mandorle, uova e caffè.
- Disidratazione: una scarsa idratazione può indebolire la mucosa orale e renderla più vulnerabile.
- Infezioni virali e batteriche: alcuni microrganismi sono stati implicati nello sviluppo della stomatite aftosa, come il virus herpes simplex, il citomegalovirus, il virus varicella zoster, gli adenovirus e lo streptococco.
- Fattori genetici: diversi pazienti con stomatite aftosa ha una familiarità per la patologia. Questo suggerisce una componente ereditaria nella predisposizione.
La stomatite aftosa è contagiosa?
La stomatite aftosa non è una malattia contagiosa. Le afte che si formano sulla mucosa orale non si trasmettono per contatto diretto né attraverso saliva, stoviglie o oggetti condivisi. A differenza di altre condizioni che colpiscono la bocca, come l’herpes labiale, la stomatite aftosa non è provocata da un’infezione virale trasmissibile.
Questo aspetto risulta particolarmente importante nei contesti familiari, scolastici o lavorativi. Anche in presenza di afte evidenti, la persona colpita non costituisce un rischio per la salute altrui. È quindi possibile mantenere i normali contatti sociali senza alcuna misura di isolamento.
Nonostante alcune delle lesioni possano somigliare a quelle causate dall’herpes simplex, la natura delle due condizioni è diversa. L’herpes labiale è provocato da un virus e si trasmette facilmente. Le afte della stomatite aftosa, invece, derivano da un’anomala reazione immunitaria e non hanno alcun meccanismo di contagio.
In sintesi, chi soffre di stomatite aftosa può condurre una vita normale, anche durante le recidive. L’unica limitazione è legata al dolore causato dalle ulcere, che può interferire temporaneamente con l’alimentazione, l’igiene orale o il riposo.
Cura e trattamento per la stomatite aftosa
La stomatite aftosa non ha una cura definitiva. Le afte che compaiono all’interno della bocca tendono a guarire da sole nel giro di pochi giorni o settimane, a seconda del tipo di lesione e della gravità del quadro clinico. Tuttavia, esistono diversi rimedi utili per alleviare i sintomi, ridurre il dolore e favorire una guarigione più rapida.
La terapia disponibile è sintomatica, cioè orientata al controllo del dolore e dell’infiammazione. L’approccio dipende dalla severità delle ulcere: in alcuni casi sono sufficienti accorgimenti comportamentali, in altri si rende necessario l’uso di farmaci.
Rimedi comportamentali
Nei casi più lievi, il fastidio provocato dalle afte può essere gestito con alcune misure non farmacologiche:
- Evitare alimenti irritanti. Durante le recidive è preferibile sospendere il consumo di cibi piccanti, acidi, molto salati o abrasivi. Questi alimenti possono aumentare il dolore a contatto con le lesioni e ritardarne la guarigione.
- Idratarsi frequentemente. Mantenere la mucosa orale ben idratata contribuisce ad attenuare il bruciore e la sensazione di secchezza che può accompagnare le ulcere.
- Fare attenzione all’igiene orale. Utilizzare uno spazzolino morbido e movimenti delicati riduce il rischio di traumatizzare ulteriormente la mucosa. In presenza di dolore, può risultare utile sostituire temporaneamente lo spazzolino con un collutorio disinfettante.
Collutori e trattamenti topici
Per i casi di dolore moderato, il medico può consigliare prodotti ad uso locale. Questi rimedi agiscono direttamente sulle lesioni, offrendo un sollievo mirato:
- Collutori con effetto analgesico o anestetico. Soluzioni a base di lidocaina possono essere utilizzate prima dei pasti, in modo da ridurre il dolore durante la masticazione.
- Collutori antisettici alla clorexidina. Oltre a lenire l’infiammazione, questi prodotti contribuiscono alla pulizia del cavo orale, prevenendo sovrainfezioni e facilitando l’igiene quotidiana.
- Pomate o gel a base di corticosteroidi. I corticosteroidi topici sono indicati quando il dolore è intenso o le ulcere persistono a lungo. L’uso di questi farmaci richiede prescrizione medica. Tra i principi attivi più utilizzati ci sono: idrocortisone emisuccinato sodico, desametasone, fluocinonide e clobetasolo.
Terapie sistemiche
Nei casi più gravi o resistenti alle terapie locali, può essere necessario ricorrere a corticosteroidi per via orale. Questa opzione viene valutata solo quando le ulcere sono molto estese, dolorose o associate a sintomi sistemici.
Prima di iniziare una terapia sistemica, è importante escludere la presenza di infezioni virali, in particolare da herpes simplex, per evitare complicazioni. Anche in questo caso, il trattamento deve essere prescritto e monitorato da un medico, data la possibilità di effetti collaterali.
Approccio nutrizionale
In presenza di carenze nutrizionali, è utile correggere il deficit con l’assunzione di integratori specifici. Il medico può consigliare test ematici per valutare i livelli di ferro, vitamina B12, acido folico o zinco.
Quando si sospetta una reazione allergica alimentare, può essere utile seguire una dieta di eliminazione. Questo approccio consiste nell’escludere, uno alla volta, gli alimenti sospetti fino a identificare quello che scatena la formazione delle afte. Una volta individuato, è possibile evitarlo per ridurre il rischio di recidive.