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Apparecchio denti: quando è necessario?

L’apparecchio ai denti può essere utilizzato sia dagli adulti sia dai bambini.  

Nella prima parte della vita, fino agli ultimi anni dell’adolescenza, questo strumento può rivelarsi molto importante per un corretto sviluppo di denti e arcate. Infatti, durante la crescita dei bambini, nella fascia di età in cui le ossa sono ancora in fase di sviluppo (dai 6 ai 15 anni circa), l’apparecchio permette di ottenere dei risultati stabili e duraturi nel tempo. 

Non è possibile stabilire un’età in cui iniziare il trattamento, valida per tutte le persone, in quanto ogni individuo ha caratteristiche uniche e specifiche. Solitamente, la prima visita dovrebbe essere effettuata intorno ai 6 anni, età in cui il dentista valuterà se intraprendere una terapia ortodontica. Tuttavia, in alcuni casi, come il crossbite e il progenismo mandibolare, può essere necessario intervenire ancora prima. Mentre, in altri ancora, la terapia potrebbe iniziare intorno ai 10 anni.  

Quando mettere l’apparecchio ai denti? 

Uno dei motivi più conosciuti, per il quale si indossa un apparecchio, è l’allineamento dentale.  

L’allineamento dei denti non è solo una problematica estetica, ma influisce anche sulla funzionalità masticatoria e l’igiene dentale. Avere denti non correttamente allineati vuol dire in primis avere una dentatura che non si pulisce facilmente e che rende difficoltose alcune semplici manovre di pulizia quotidiana. Ciò favorisce l’accumulo di placca e apre la strada a possibili carie e problemi parodontali

In particolare, il non allineamento dentale può essere causato da numerosi fattori: può trattarsi di denti storti per motivi di conformazione gengivale, di arcate disallineate per disturbi legati allo sviluppo di mascella e mandibola, ma anche di denti che si sono spostati autonomamente dopo la caduta o l’estrazione di altri denti, decidui o permanenti. 

Oltre al riallineamento dei denti, l’ortodonzia serve per curare le malocclusioni che sono legate a un rapporto atipico tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore. 

Vediamone alcuni esempi: 

  • Progenismo mandibolare: quando la mandibola sporge più avanti rispetto alla mascella. Può essere causa anche di dolori a livello dell’articolazione temporo-mandibolare e dare problemi di masticazione e fonazione. 
  • Crossbite: si verifica quando, a bocca chiusa, i denti inferiori sono esterni rispetto a quelli superiori. Spesso il crossbite condiziona la funzione masticatoria, obbligando mandibola e muscoli a una postura scorretta che, con l’andare del tempo, può causare dolore. 
  • Morso aperto: gli incisivi superiori non entrano in contatto con quelli superiori nel momento in cui la bocca è chiusa. Per questo motivo, rimane una fessura tra le due arcate. Il morso aperto è legato solitamente alle abitudini, come succhiare il dito, usare il ciuccio oltre i tre anni o l’interposizione delle labbra dei i denti anteriori. Questo provoca anche la cosiddetta “respirazione orale”, una condizione in cui il soggetto non respira con il naso ma con la bocca, causando problemi anche a livello sistemico. 
  • Morso profondo: si riscontra quando, a bocca chiusa, i denti dell’arcata superiore coprono eccessivamente quelli dell’arcata inferiore. Soggetti che hanno un morso profondo possono avere difficoltà a pronunciare alcune parole, a respirare e a masticare. In alcuni casi i denti possono anche andare a danneggiare gengive e palato, causando quindi ulteriori problemi. 
  • Overjet aumentato: si verifica quando c’è una distanza maggiore del normale tra il margine incisale (quello che si usa per addentare) degli incisivi superiori e quello degli incisivi inferiori. In questo caso, gli incisivi superiori, essendo molto sporgenti, sono esposti a un maggior rischio di frattura in caso di trauma. 

QUALI TIPOLOGIE DI APPARECCHIO ESISTONO? 

Quando si interviene sui rapporti scheletrici tra le arcate dentarie, si utilizzano dispositivi ortopedico-funzionali, che possono essere fissi o mobili, intra-orali o extra-orali. Tra questi, il dispositivo più noto e usato è l’espansore del palato, che viene posizionato quando il palato si presenta più stretto di quanto dovrebbe. Tramite questo presidio, utilizzabile solo sui pazienti in crescita, è possibile allargare il palato: un processo fondamentale per poter ottenere un buon allineamento dentario. 

Invece, per l’allineamento dei denti si possono utilizzare apparecchi fissi, mobili o interni. 

Come funzionano gli apparecchi fissi? 

Gli apparecchi fissi si avvalgono di brackets e fili in grado di esercitare delle forze che riescono a spostare i denti in maniera controllata e predicibile. Oltre agli apparecchi più conosciuti, in alcuni casi, è possibile posizionare anche un apparecchio linguale. Questa soluzione risulta maggiormente estetica: i brackets, infatti, sono fissati sulla superficie interna dei denti e restano invisibili (o quasi) a chi ci guarda. 

Come funzionano gli apparecchi mobili? 

Gli apparecchi mobili vengono usati per correggere abitudini e comportamenti scorretti che si sviluppano durante l’età evolutiva, ma possono anche essere utilizzati per trattare malocclusioni gravi. 

Non solo forniscono un effetto ortodontico, ma anche ortopedico, poiché influenzano la crescita e lo sviluppo delle arcate e dei mascellari, agendo sulla componente ossea e muscolare, il che non è possibile con gli apparecchi fissi. 

Questi dispositivi permettono solo movimenti limitati dei denti e spesso contengono viti, molle e archi. 

Uno dei principali vantaggi è la facile rimozione per consentire una facile igiene orale durante i pasti 

Per tutti i trattamenti ortodontici che si avvolgono di apparecchi mobili è molto importante portare i dispositivi per il numero di ore indicato dal dentista. Spesso queste terapie sono associate al lavoro di un logopedista per aiutare nel ripristino della posizione corretta della lingua. 

In alcuni casi vengono prescritti dispositivi ausiliari come elastici inter-mascellari, viti di ancoraggio temporaneo o dispositivi intra-orali per potenziare la terapia. 

Ortodonzia trasparente 

I trattamenti di ortodonzia trasparente si avvalgono di mascherine trasparenti removibili create su misura per il paziente che, oltre a un’ottima resa estetica, garantiscono ottimi risultati. La durata del trattamento varia a seconda delle caratteristiche del paziente e ogni mascherina viene cambiata ogni 2 settimane, circa. 

L’ortodonzia trasparente è indicata per ripristinare un corretto allineamento dentale. Gli allineatori vengono progettati grazie all’utilizzo di uno scanner intraorale e di un software che mertte di visualizzare in anticipo il risultato finale del trattamento, grazie alla simulazione 3D. 

Che cos’è l’apparecchio interno? 

Nonostante sia ormai uno strumento ortodontico di routine, l’apparecchio per i denti può essere vissuto con un po’ di disagio per le sue implicazioni estetiche, soprattutto dagli adulti. Per questo motivo, se il dentista lo ritiene opportuno, è possibile optare per un apparecchio interno: un trattamento ortodontico in cui le placchette sono posizionate sulla superficie interna dei denti, anziché su quella esterna. 

È, a tutti gli effetti, un apparecchio fisso che viene anche definito apparecchio linguale. È un dispositivo molto discreto e poco visibile: non si avvale di agganci, quasi esclusivamente del filo metalliche che unisce le placchette. 

In altre parole: può essere una possibile soluzione per chi desidera nascondere la presenza dell’apparecchio.  

A cosa serve l’apparecchio di contenzione? 

Alla fine del trattamento vengono utilizzati dispositivi di contenzione per mantenere il risultato raggiunto, poiché i tessuti molli che sostengono i denti possiedono una “memoria storica” della posizione di partenza. Per questo motivo, anche dopo il trattamento, i tendi tendono a spostarsi, rischiando di vanificare la cura ortodontica. 

Per ovviare a questo problema, solitamente si prevede un in cui viene applicato viene applicato un apparecchio di contenzione. Anche in questo caso, l’apparecchio può essere mobile, fisso o trasparente. La modalità e la durata del trattamento di contenzione è stabilita dal dentista e monitorata costantemente mediante periodiche visite di controllo. 

Trattamento ortodontico adulti e bambini: le differenze 

È possibile effettuare dei trattamenti ortodontici anche in età adulta

Bisogna però chiarire che, mentre in bambini e adolescenti si può intervenire anche sulla crescita ossea, ciò non è possibile in età adulta. Una volta terminata la crescita, tramite l’ortodonzia, si può agire solo a livello dei denti. Per avere un effetto sulla componente ossea è infatti necessario l’intervento della chirurgia maxillo-facciale. In età adulta, inoltre, il trattamento ortodontico può avere una durata maggiore, in base alle specificità di ogni paziente. 

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